20 Novembre 2020

SVIMEZ – “Da Nord verso Sud: le opportunità del South Working”

Il South Working è l’occasione per attrarre talenti al Sud e interrompere lo svuotamento di risorse umane che da decenni caratterizza il Mezzogiorno. Occorre, tuttavia, la creazione di un pacchetto di misure ad hoc. Lo sostiene SVIMEZ nella ricerca “Da Nord verso Sud: le opportunità del South Working”, realizzata in collaborazione con Datamining e l’Associazione South Working (lavorare da Sud).

Sono quarantacinquemila gli addetti che dall’inizio della pandemia lavorano in smart working dal Sud per le grandi imprese del Centro-Nord. Questi i primi risultati dell’indagine SVIMEZ “Da Nord verso Sud: le opportunità per il South Working” su 150 grandi imprese, con oltre 250 addetti, che operano nelle diverse aree del Centro Nord nei settori manifatturiero e dei servizi.

Se si tiene conto anche delle imprese piccole e medie (oltre 10 addetti) molto più difficili da rilevare, si stima che il fenomeno potrebbe aver riguardato nel lockdown circa 100 mila lavoratori meridionali.

Fonte: Indagine SVIMEZ – “Da Nord vero Sud: le opportunità dello Smart Working”

Obiettivo della ricerca quello di individuare le potenzialità del South Working, sia rispetto alle aziende e ai lavoratori, che alla possibilità che il fenomeno diventi lo strumento principale attraverso cui riattivare quei processi di accumulazione di capitale umano da decenni fermi sia per il Mezzogiorno che per le aree periferiche del Paese.

Ma, come sfruttare a pieno le potenzialità offerte dal South Working? SVIMEZ insiste sulla necessità di attivare misure in grado di favorire il fenomeno, concentrando gli interventi sull’obiettivo di riportare a casa i giovani laureati meridionali occupati al Centro-Nord.

Utilizzando i dati ISTAT sulla forza lavoro e quelli relativi all’indagine sull’inserimento professionali dei laureati italiani, si è stimato che la platea di giovani potenzialmente interessati ammonterebbe a circa 60.000 giovani laureati.

Vantaggi e svantaggi per le aziende

Secondo le aziende oggetto di indagine, i principali vantaggi offerti dal South working riguardano la maggiore flessibilità negli orari di lavoro e la riduzione dei costi fissi delle sedi fisiche.

Tuttavia, non mancano gli svantaggi. Secondo gli intervistati, il south Working potrebbe determinare la perdita di controllo sul dipendente da parte dell’azienda; aumentare gli investimenti a carico delle aziende per le attrezzature necessarie ed esporla a problemi di sicurezza informatica.

Fonte: Indagine SVIMEZ – “Da Nord vero Sud: le opportunità dello Smart Working”
Fonte: Indagine SVIMEZ – “Da Nord vero Sud: le opportunità dello Smart Working”
Vantaggi e svantaggi per i lavoratori

Tra i vantaggi che i lavoratori percepiscono di più nel momento in cui gli viene proposto lo spostamento nelle aree del Mezzogiorno, i principali sono il minor costo della vita, seguito dalla maggior possibilità di trovare abitazioni a basso costo.

Per quanto riguarda gli svantaggi, spiccano i servizi sanitari e di trasporto di minor qualità, poca possibilità di far carriera e minore offerta di servizi per la famiglia.

Fonte: Indagine SVIMEZ – “Da Nord vero Sud: le opportunità dello Smart Working
Fonte: Indagine SVIMEZ – “Da Nord vero Sud: le opportunità dello Smart Working”
Strumenti di policy

L’esplosione del fenomeno fa emergere in modo chiaro la necessità di costruire una politica di attrazione di competenze attraverso l’attivazione di un pacchetto di interventi concentrato su quattro cluster:

  • incentivi di tipo fiscale e contributivo per le imprese del Centro-Nord che attivano il South Working;
  • creazione di spazi di co-working promossi dalle pubbliche amministrazioni e da infrastrutture di trasporto come stazioni e aeroporti
  • investimenti sull’offerta di servizi alle famiglie (asili nido, tempo pieno, servizi sanitari)
  • infrastrutture digitali diffuse in grado di colmare il gap Nord/Sud e tra aree urbane e periferiche.