29 Aprile 2020

Covid-19: Eurozona al collasso, crollo record per indice di attività e occupazione

L’emergenza Covid-19 e l’insieme delle misure attuate per contenerne l’espansione hanno condotto l’economia dell’eurozona verso un “collasso senza precedenti”: nel mese di aprile i livelli di attività e di occupazione hanno fatto registrare il peggior calo dal 1998. È quanto emerge dai dati previsionali sull’indice Pmi (Purchasing Manager’s index) forniti da IHS Markit. 

Il Purchasing Managers Index (PMI) è l’indice composito (espresso in percentuale) elaborato da IHS Markit sulla capacità di acquisizione di beni e servizi dei paesi dell’eurozona. Tiene conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte nel settore manifatturiero. 

I dati registrati nel mese di aprile mostrano un’eurozona alle prese con un collasso economico senza precedenti. Le misure di contenimento al Covid-19 attuate dai vari Paesi europei colpiti hanno innescato molteplici effetti negativi sulla produzione e sui mercati: dalla chiusura di numerose attività, alla carenza di personale, di attori produttivi e di materie prime, fino ad arrivare a un crollo della domanda a livello globale.

A fronte di un simile scenario, il valore dell’indice PMI composito dell’eurozona ha fatto segnare un punteggio del 13.5, dopo che a marzo si era già attestato ai minimi storici raggiungendo quota 29,7. Si tratta della contrazione più violenta a cui l’Europa sia andata in contro nella storia recente. Basti pensare che un dato così drasticamente negativo si era registrato solo a luglio del 1998. 

A subire le perdite maggiori è stato il settore terziario con un indice di attività precipitato a 11.7, contro il 26.4 di marzo. Gran parte delle aziende  che operano in settori quali l’accoglienza, gli alberghi, i ristoranti, viaggi e turismo sono, infatti,  in condizioni di chiusura forzata o severamente limitate in termini di capacità operativa.

Particolarmente colpito anche il settore manifatturiero, protagonista di un brusco calo della produzione: nel mese di aprile, il valore dell’indice si è attestato a 18,4, con una contrazione del -20,1 rispetto al solo mese di marzo. 

In forte calo anche la domanda di beni e servizi a livello globale: il flusso generale dei nuovi ordini ha indicato un tasso record di contrazione sia nel manifatturiero che nel terziario, causando la maggiore riduzione delle commesse inevase complessive. 

Segnali in negativi anche dai dati sui livelli occupazionali che, in caduta per il secondo mese consecutivo, hanno fatto registrare la più forte contrazione mai rilevata dall’indagine. 

Variazioni in controtendenza anche per i prezzi medi di vendita per beni e servizi, diminuiti al tasso maggiore da giugno 2009, con le aziende che colpite dal crollo del fatturato, hanno offerto sempre più sconti per spingere le vendite. 

A livello nazionale, l’indice PMI composito ha toccato i minimi storici sia in Germania  (17,1 rispetto ai 35 di marzo) che in Francia (11,2 rispetto ai 28,9 di marzo). Il resto della regione è scivolato da 25 a 11,5. 

 

Come leggere i dati PMI

Il PMI dell’Eurozona è prodotto dalla IHS Markit e si basa su un campione d’indagine 500 mila aziende del settore manifatturiero e terziario. L’indice, calcolato tramite le risposte a questionari inviati ai responsabili degli acquisti (purchasing managers), può assumere un valore compreso tra 0 e 100, dove un punteggio superiore a 50 segnala un’espansione economica e, viceversa, una contrazione.

I dati nazionali sul manifatturiero riguardano Germania, Francia, Italia Spagna, Olanda, Austria, Irlanda e Grecia. I dati nazionali sul terziario riguardano Germania, Francia, Italia, Spagna e Irlanda. La previsione mensile si basa su circa l’85-90% del numero totale delle risposte PMI e fornisce un’accurata indicazione preliminare dei dati finali PMI.