26 Marzo 2020

Covid-19: per le imprese, fatturati a rischio; strutture ricettive e automotive i settori più colpiti

A causa del Covid-19, nel biennio 2020-21, le imprese italiane saranno chiamate a fare i conti con perdite di fatturato importanti. Se l’uscita dallo stato di emergenza avverrà in tempi brevi, si perderanno circa 270 miliardi di fatturato; se, invece, l’epidemia si dovesse protrarre fino a fine 2020, le perdite arriveranno a toccare i 650 miliardi. Queste le stime di Cerved. Tra i settori più colpiti, le strutture ricettive e automotive. 

I blocchi e le restrizioni legate alle misure di contenimento del Covid-19 costeranno molto care all’economia italiana. Si stima che nel biennio 2020-21, le imprese nostrane possano arrivare a perdere tra i 270 e i 650 miliardi di fatturato. La portata del danno economico dipenderà sia dalla durata dell’epidemia che dalla velocità di reazione del sistema. Lo si legge nel rapporto Cerved  “L’impatto del Covid-19 sui settori e sul territorio” che prende in considerazione gli effetti economici dell’emergenza sanitaria su oltre 200 settori del Paese. 

Due gli scenari analizzati: 

  • Uno scenario più positivo caratterizzato da una durata breve dell’epidemia (fino a fine maggio 2020) e due successivi mesi di ripresa per tornare alla normalità. Di fronte a questa situazione, la perdita di fatturato si aggirerebbe intorno ai 275 miliardi;

  • Uno scenario più pessimistico che vede l’epidemia protrarsi fino alla fine del 2020, sei mesi per tornare alla normalità e un completo isolamento dell’economia italiana. In questo caso, per le imprese italiane, si stima una perdita di fatturato di circa 642 miliardi

Le previsioni tengono conto anche dei sostegni pubblici a favore di imprese e famiglie e della tenuta dei mercati finanziari. 

  • Scenario 1

Secondo quanto scritto da Cerved, “in uno scenario di rapido rientro dell’emergenza, le imprese italiane perderebbero il 7,4% dei propri ricavi nel 2020, per poi riprendersi nell’anno successivo, in cui è previsto un aumento del 9,6%. Questo riporterebbe i fatturati di nuovo oltre i livelli del 2019. Rispetto a uno scenario senza epidemia, la perdita sarebbe comunque molto rilevante, pari a 220 miliardi nel 2020 e a 55 miliardi nel 2021”. 

“In termini assoluti, quasi la metà della perdita del 2020 sarebbe concentrata tra le imprese che hanno sede in Lombardia (-62 miliardi) e nel Lazio (-47 miliardi). In termini percentuali, la caduta sarebbe tuttavia più pesante per la Basilicata (-11,1%) e per il Piemonte (-9,6%), che sarebbero penalizzati dalla specializzazione nella filiera dell’automotive”. 

La crisi economica legata all’epidemia avrà impatti diversificati a seconda del settore. Il più colpito sarà quello alberghiero con perdite del 37,5% di fatturato rispetto al biennio precedente. Si prevedono danni economici superiori al 30% anche per le agenzie di viaggio e tutor operator (-35,5%) e per le strutture ricettive extra-alberghiere (-31,3% ). I trasporti aerei (-25,0%) , l’organizzazione di fiere e convegni (-25,0%), la produzione di rimorchi e allestimento di veicoli (- 24,6%), i concessionari auto e motocicli (-24,5%) vedranno una riduzione di oltre un quarto dei propri ricavi. 

Tuttavia, per alcuni settori, ci si aspetta che l’emergenza faccia crescere i fatturati anche in modo consistente. A beneficiare della situazione, saranno soprattutto il commercio online con un incremento del 26,3% rispetto al biennio precedente; la distribuzione alimentare moderna per cui si stima un +12,9% e gli apparecchi medicali, con una crescita dell’11%. 

  • Scenario2

Nel caso in cui l’emergenza dovesse protrarsi fino alla fine dell’anno, il fatturato potrebbe scendere, nel solo 2020, del 17,8%. In termini assoluti, l’entità del danno sarebbe pari a 470 miliardi a fronte di uno scenario senza epidemia con un incremento di fatturato previsto pari al 1,7%. Sebbene nel 2021 ci si attende un rimbalzo con un aumento dei ricavi del 17,5%, appare tuttavia difficile riuscire a recuperare i livelli del 2019. 

L’elenco dei settori che verranno più duramente colpiti rimane invariato rispetto a quello stimato nello scenario 1. Tuttavia la portata degli impatti sarà decisamente più ampia. Basti pensare al settore alberghiero che, secondo le stime, con una flessione del 73,5% del fatturato, arriverà a perdere quasi tre quarti dei propri ricavi. Situazione critica anche per le agenzie di viaggio e le strutture extra-alberghiere che con flessioni rispettive del 68,8% e del 64,2% vedranno il loro fatturato ridursi di due terzi.  Male per il settore automotive e trasporti che perderà il 55% dei ricavi. 

Inalterata anche la lista dei settori che beneficeranno dell’emergenza. Per l’ e-commerce, ad esempio, si stima una crescita pari addirittura al 55%. Molto positive sono anche le previsioni sulla distribuzione alimentare moderna (22,9%), la farmaceutica e gli apparecchi medicali(13,8%). 

Secondo le stime, nel 2021, nessuna regione riuscirà a recuperare i livelli di fatturato pre-COVID. Gli impatti più forti si ripercuoteranno su Basilicata, Abruzzo, Sardegna, Piemonte, Valle d’Aosta e Lazio che, secondo le stime, perderanno oltre il 20% dei ricavi. Le restanti regioni saranno comunque interessate da flessioni del 15%.