16 Luglio 2021

Studi Confartigianato: in Italia la digitalizzazione delle PMI sale più che in altri paesi UE, servizi digitali (+9%) e boom e-commerce (+61%)

Il dinamismo della domanda generata da micro e piccole imprese sta contribuendo in modo significativo alla ripresa, soprattutto con riferimento agli investimenti collegati alla transizione digitale. Al forte ritardo dei comparti maggiormente colpiti dalle restrizioni, si contrappongono l’incremento della domanda di servizi digitali (+9%) e il boom dell’e-commerce (61%).

L’analisi del fatturato dei servizi rilevato nell’indagine trimestrale dell’Istat evidenzia che nel primo trimestre del 2021 il totale dei servizi registra ricavi inferiori del 5,7% rispetto al livello precedente allo scoppio dell’emergenza sanitaria del primo trimestre 2019. Al forte ritardo dei comparti maggiormente influenzati dalle restrizioni alla mobilità delle persone e dal calo del turismo, si contrappone l’incremento della domanda di servizi digitali e legati all’e-commerce.

I dati sull’economia digitale

Nel dettaglio, i servizi postali e attività di corriere superano del 24,3% i livelli pre-crisi: si tratta di attività di ‘ultimo miglio’ delle consegne che seguono – anche se con una minore intensità – il boom di vendite di e-commerce. La produzione di software e consulenza informatica registra ricavi in salita del 10,7% rispetto al pre-Covid-19 e le attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici del +2,8%, determinando una crescita complessiva del 9,2% in questi due settori dell’Ict.

L’esame dei dati sul commercio al dettaglio evidenzia che nei primi cinque mesi del 2021 le vendite per l’informatica, la telefonia e le telecomunicazioni superano del 18,5% il livello dello stesso periodo del 2019, tipologia merceologica che con utensileria per la casa e ferramenta (+10,3%) ed elettrodomestici, radio, registratori e televisori (+2,9%) sono i comparti no food a superare i livelli pre-crisi. Nel complesso le vendite al dettaglio totali sono sotto dell’1,8% e quelle non alimentari registrano un calo del 7,3%, appesantite dalla caduta del 24,8% registrato dai prodotti della moda.

Il boom dell’e-commerce

La digitalizzazione ha permesso negli ultimi anni di sostenere il boom dell’e-commerce, che nel 2020 ha registrato una ulteriore accelerazione a seguito del crollo delle vendite nei canali distributivi tradizionali conseguente alla pandemia: le vendite online nei primi cinque mesi del 2021 crescono del 27,8% su base annua e superano del 60,9% il livello registrato nello stesso periodo del 2019.

Con il Covid-19 accelera la transizione digitale delle piccole e medie imprese

Alla crescita dell’e-commerce hanno partecipato anche le piccole imprese italiane che hanno utilizzato questo canale per sostenere le vendite durante il lockdown e i periodi di restrizione alla mobilità. Con l’emergenza Covid-19 sono raddoppiate rispetto a prima della crisi sia le MPI che fanno vendite di e-commerce tramite il proprio sito web sia quelle che vendono in Rete mediante comunicazioni dirette come e-mail, moduli online e social network.

Le piccole imprese che utilizzano servizi cloud in Unione europea sono passate dal 21% del 2019 al 33% del 2020, mentre in Italia la crescita è stata più tumultuosa, con una quota che è triplicata, passando dal 20% al 58%.

Una conferma della crescente propensione alla digitalizzazione delle imprese di minore dimensione proviene dal rapporto dell’Ocse SME and Entrepreneurship Outlook 2021, in cui si evidenzia la stretta correlazione tra il grado di restrizione per limitare l’estendersi della pandemia da Covid-19 e l’aumento del livello di digitalizzazione delle imprese. In particolare l’Italia presenta, tra i paesi dell’Unione europea, la più alta quota di micro, piccole e medie imprese (MPMI) che nel 2020 ha aumentato il proprio livello di digitalizzazione: nel dettaglio l’Italia presenta la più elevata intensità delle restrizioni e in parallelo presenta più della metà (51,2%) delle MPMI che ha aumentato il grado di digitalizzazione, davanti alla Spagna (49,0%), alla Francia (43,4%) e alla Germania (31,4%).

L’analisi sulle tendenze in essere nella transizione digitale delle imprese è contenuta nel 14° report Covid-19 di Confartigianato ‘La ripresa dell’estate 2021. Tendenze, rischi e punti di forza delle MPI.

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Fonte: Studi Confartigianato