11 Giugno 2020

Covid-19, Ocse Economic Outlook Italia: per Pil Italia, contrazione tra l’11,3% e il 14%

“L’economia mondiale è sul filo del rasoio e la prospettiva globale è altamente incerta”, parola dell’Ocse, secondo le cui stime, di fronte al verificarsi di una nuova ondata da Coronavirus, il Pil italiano subirà una flessione del 14%

L’economia globale sta vivendo la recessione più profonda dalla Grande Depressione negli anni ’30, con un calo del PIL di oltre il 20% e un forte incremento della disoccupazione. È quanto emerge dall’Ocse Economic Outlook, secondo cui i costi economici e sociali dell’emergenza saranno molto alti in tutti i Paesi. 

Infatti, se da un lato le misure di blocco introdotte dalla maggioranza dei governi sono riuscite a rallentare la diffusione del virus e a diminuire il il numero delle vittime; dall’altro, hanno bloccato l’attività commerciale in molti settori, allargato la disuguaglianza, interrotto l’istruzione e minato la fiducia nel futuro. 

Data questa incertezza, sono stati sviluppati due scenari per riflettere la possibile evoluzione dell’economia globale. Uno “scenario a colpo singolo” e uno “scenario a colpo doppio”, ossia caratterizzato dal diffondersi di una nuova ondata. 

LE STIME PER L’ITALIA

Secondo gli analisti Ocse, con riferimento al primo scenario, il PIL del Paese nel 2020 scenderà dell’11,3%; se invece, come da seconda ipotesi, si dovesse verificare una nuova ondata,  il prodotto interno lordo è destinato a crollare del 14%. Difficile il recupero in entrambi gli scenari. Nel primo caso, la stima per il 2021 è del 7,7%; nel secondo, il recupero si limiterà al 5,3%. 

Rispetto alla ripresa delle attività, se per la produzione industriale, con la fine del lockdown, è prevista una ripresa piuttosto rapida; al turismo e ai servizi ad esso correlati sembra attendere un futuro meno roseo, a causa, soprattutto, della contrazione della domanda. 

Sul fronte occupazione, gli effetti Covid-19 sono destinati ad annullare il guadagno degli ultimi anni. Nello scenario a singolo colpo, la contrazione dei posti di lavoro sarà limitata perché in vista della ripresa le aziende tenderanno a trattenere i dipendenti. Nel caso di un secondo blocco, invece, il carico dei licenziamenti avrà una portata di gran lunga maggiore. 

LE STIME PER IL MONDO 

A risentire della crisi innescata dalla pandemia sarà, in generale, l’intera economia mondiale. Nell’ipotesi migliore, gli analisti Ocse prevedono una flessione del PIL del 6% nel 2020; in quella peggiore, invece, la contrazione prevista è pari al 7,6%. L’Europa, rimane in ogni caso il continente più esposto, con Spagna, Francia e Gran Bretagna che fanno intravedere prospettive addirittura peggiori rispetto a quelle italiane.

Nello specifico: nell’ambito di uno scenario a colpo singolo, nel 2020 si prevedono flessioni del PIL pari all’11, 1% per la Spagna; all’11,4% per la Francia; all’11,5% per il Regno Unito e al 6,6% per la Germania. Nel caso dell’esplosione di una seconda emergenza epidemiologica, si stima che la Spagna subirà una perdita del 14,4%; la Francia del 14,1%; il Regno Unito del 14% e la Germania dell’8,8%. 

Meno vertiginoso il crollo per gli Stati Uniti, con stime del -7,3% nello scenario migliore e – 8,5% in quello peggiore. La ripresa dell’economia globale è quantificata tra il 5,2% e il 2,8%, a seconda che il virus si ripresenti o meno.

Leggi il Rapporto