3 Luglio 2024

ISTAT, Specializzazione Intelligente (S3): pubblicati i risultati del Censimento Permanente delle Imprese

Gli indicatori rilevati dalla seconda edizione del Censimento permanente delle imprese dimostrano che il Mezzogiorno è ancora indietro nell’utilizzo delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) rispetto alla media nazionale.

L’ISTAT ha aggiornato gli indicatori relativi alle imprese e agli aggregati economici nelle aree di S3.

La Strategia di Specializzazione Intelligente introdotta nel 2013 mira ad ottenere il massimo dagli investimenti in ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione in base alle specializzazioni dei singoli territori.

Le aree tematiche prese in considerazione sono cinque:

  • Industria intelligente e sostenibile, energia e ambiente;
  • Salute, alimentazione, qualità della vita;
  • Agenda Digitale, Smart Communities, Sistemi di mobilità intelligente;
  • Turismo, Patrimonio culturale e industria della creatività;
  • Aerospazio e difesa.

Inoltre, si suddividono in 12 aree di specializzazione intelligente che rappresentano gli ambiti produttivi fondamentali nel panorama nazionale. Queste includono: 1. Aerospazio, 2. Agrifood, 3. Blue Growth, 4. Chimica Verde, 5. Design, creatività e Made in Italy, 6. Energia, 7. Fabbrica Intelligente, 8. Mobilità sostenibile, 9. Salute, 10. Smart, Secure and Inclusive Communities, 11. Tecnologie per gli Ambienti di Vita, 12. Tecnologie per il Patrimonio Culturale.

RISULTATI PRINCIPALI

Nel 2021 l’ambito S3 rappresentava il 35,7% delle imprese dell’industria e dei servizi, il 57,4% degli addetti, il 70% dell’economia in termini di valore aggiunto e il 90% dell’export nazionale di merci.

Nel 2022, il 79% delle imprese S3 ha investito in progetti di attività R&S, il 70% in digitalizzazione e il 66% in capitale umano.

Tra il 2018 e il 2021 il rapporto valore aggiunto/occupazione non ha mostrato una crescita proporzionale, piuttosto è aumentato il valore aggiunto. Questo è riconducibile alle ciclicità economiche o ad interventi che ne hanno favorito l’aumento degli investimenti e dei costi.

In base alla strategia S3, per lo sviluppo territoriale sono necessarie attività di Ricerca e Sviluppo e Innovazione. Tra il 2018 e il 2021 si sono distinti tra i settori più innovativi e che al contempo hanno applicato le attività di R&S i seguenti ambiti:

  • Aerospazio;
  • Fabbrica Intelligente;
  • Smart communities;
  • Chimica verde.

Questo, d’altro canto, non è accaduto nei settori Agroalimentare, Salute, Energia e Made in Italy, caratterizzati da un numero di imprese maggiore e una forte presenza di microimprese.

Tra il 2018 e il 2022, anche la crescita della digitalizzazione e l’impiego delle politiche green non è stata coerente, soprattutto in alcuni settori. Ad esempio, il settore Agroalimentare è cresciuto dal punto di vista digitale ma non per quanto riguarda le politiche green, mentre, i settori Salute e Made in Italy hanno presentato un miglioramento sia a livello tecnologico che nell’applicazione di politiche green. Infine, i comparti già digitalizzati (Mobilità Sostenibile, Aerospazio e Fabbrica Intelligente) si sono impegnati in attività a sostegno dell’ambiente.

ANALISI REGIONALE DELLE AREE S3 anno 2021

Dall’analisi effettuata emerge che Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, da sole, producono il 58% del valore aggiunto nazionale del settore Agroalimentare. Nel Sud Italia, invece, le piccole imprese agroalimentari rivestono un’importanza notevole, infatti, in Calabria, Campania e Sicilia, costituiscono rispettivamente il 18,8%, 18,1% e 17,8% del tessuto produttivo regionale. Tra le prime dieci regioni per valore aggiunto regionale in questo settore si trovano anche Campania, Puglia e Sicilia. Inoltre, la Sicilia si colloca tra le prime dieci regioni per il contributo al valore aggiunto nazionale.

Il settore Salute

Il Lazio registra una percentuale di imprese del 7,8% e contribuisce con il 29,2% al valore aggiunto regionale. La Lombardia si distingue per la maggiore specializzazione nel settore, infatti, contribuisce al valore aggiunto nazionale con una percentuale del 40% e al tessuto produttivo nazionale con il 34%. Al contempo non è molto rilevante il contributo del Sud al valore aggiunto nazionale, ma Sicilia e Sardegna registrano una presenza significativa di imprese con percentuali rispettivamente del 7,9% e 7,4%.

Il settore Fabbrica Intelligente

Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte ed Emilia-Romagna danno un contributo alla ricchezza regionale superiore al 30%. La Puglia risulta tra le prime dieci regioni, mentre, le regioni del Mezzogiorno, in particolare Sicilia, Sardegna e Calabria danno un apporto alla ricchezza regionale inferiore al 10%.

Il settore Energia e Ambiente

Il settore risulta il più grande dell’ecosistema S3 dopo quello Agroalimentare. Il Lazio contribuisce al valore aggiunto regionale con percentuali del 48,2% nel settore Energia e del 58,1% nel settore mobilità sostenibile. La Sicilia contribuisce al valore aggiunto nazionale con l’1,6% nel settore mobilità sostenibile.

Il settore Made in Italy

Lombardia e Lazio contribuiscono maggiormente al valore aggiunto nazionale rispettivamente con percentuali del 34% e del 12%. Inoltre,  le regioni con più imprese Made in Italy sono Toscana (9,2%), Lombardia (8,6%) e Veneto (8,5%). Le regioni con le quote più alte di valore aggiunto sono Piemonte (28,8%), Friuli-Venezia Giulia (28,1%), Toscana (27%) e Marche (26,5%). Mentre, tra le regioni con la crescita più consistente di produzione ci sono Lazio (+6,7 p.p.) ed Emilia-Romagna (+3,4 p.p.). Nel Sud, invece, la Basilicata rientra tra le regioni la cui capacità produttiva è migliorata (+4,2 p.p.), registrando dunque un’evoluzione positiva.

Il settore Tecnologie

Le industrie culturali e artistiche producono la quota più rilevante di valore aggiunto nel Lazio (28,7%). Il Lazio genera il 21% del valore aggiunto nazionale con una presenza di imprese del 4,1%.  In questo settore, la Basilicata registra un aumento delle imprese pari al 4,8%.

Per maggiori informazioni: ISTAT_Le aree di specializzazione intelligente italiane: imprese e territori

Fonte: ISTAT