15 Aprile 2020

Svimez, “il lockdown costa 47 miliardi al mese”: lo studio sugli effetti economici e sociali del Covid-19 per il Nord e il Sud Italia

Il lockdown costa 47 miliardi al mese, 37 al Centro-Nord, 10 al Sud. Nel 2020, il Pil si ridurrà del -8,4% per l’Italia, del -8,5% al Centro-Nord e del -7,9% nel Mezzogiorno.  Autonomi e Partite IVA  i soggetti più a rischio. Difficile la ripresa economica per le aziende del Sud. Questi i principali risultati dello Studio Svimez sull’impatto economico e sociale del Covid-19 nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord. 

Un inedito shock congiunto di domanda e offerta sta producendo impatti sociali ed economici che uniscono Nord e Sud del Paese”. Così scrivono gli economisti Svimez nello studio sugli impatti economici e sociali del Covid-19 in Italia. Sebbene l’emergenza sanitaria si sia abbattuta con più forza nelle regione del Nord Italia infatti, gli effetti sociali ed economici accomunano l’intero stivale. Stando a quanto stimato, un mese di lockdowm costa al’Italia 47 miliardi di euro (il 3,1% del Pil italiano), 37 al Centro-Nord e 10 al Sud. In sostanza, si tratta di 788 euro pro capite al mese nella media nazionale, 951 euro al Centro-Nord contro i 473 al Sud. 

Se si escludono il settore dell’Agricoltura, le attività finanziarie e la Pubblica Amministrazione, il blocco delle attività produttive ha fatto registrare in media un crollo del 50% per fatturato, valore aggiunto e occupazione. A farne le spese, seppur con intensità diverse, soprattutto i settori delle costruzioni, dei servizi e del commercio. 

Con un perdita del 49, 1% ( + 6% in calo rispetto al Centro e al Sud), il Nord è la ripartizione territoriale più colpita in termini di valore aggiunto. Rispetto agli occupati, invece, il divario tra Nord e Sud tende ad appianarsi (53,3% nel Nord, 51,1% al Centro e 53, 2% nel Mezzogiorno). A causa della parcellizzazione del tessuto produttivo del Mezzogiorno, a far contare il maggior numero di unità locali interessate dal blocco sono proprio le regioni del Sud con un 59,2%, contro il 56,7% del Centro e il 57,2% del Nord. 

  • Occupazione: autonomi e Partite Iva a rischio 

Stando ai dati sull’occupazione, se si considera anche il lavoro sommerso, il lockdown delle attività ha interessato il 34,3% degli occupati dipendenti e il 41,%% degli indipendenti. Rispetto all’occupazione dipendente, gli impatti più intensi si sono verificati al Nord ( 36,7% contro il 31,4% del Sud) anche in ragione della maggior concentrazione territoriale di aziende più solide e di maggiori dimensioni. L’occupazione indipendente, invece, ha fatto registrare impatti più evidenti al Sud dove, come si è detto, il sistema produttivo è più fragile e parcellizzato: la percentuale di lavoratori indipendenti interessati dal blocco nel Mezzogiorno è di 42,7%, contro il 41, 4% fatto segnare dal Centro e dal Nord. In termini assoluti, la quota di lavoratori indipendenti ferma raggiunge i 2,5 milioni: 1,2 milione al Nord, oltre 500 mila al Centro e quasi 800 mila nel Mezzogiorno. 

Si tratta anzitutto di autonomi e Partite IVA, di gran lunga i soggetti più esposti alla crisi economica legata al Covid-19. In totale, quelli fermi ammontano a 2, 1 milione, di cui 1 milione al Nord, al 400 mila al Centro e quasi 700 mila al Sud. 

  • Le previsioni

Le previsioni per il futuro, sebbene attenuate dagli interventi del “Cura Italia”, confermano uno scenario critico per tutto il Paese. Secondo gli economisti Svimez, considerata la ripresa della attività nella seconda parte dell’anno, nel 2020 il Pil italiano subirà una contrazione dell’8,4%, con un – 8,5% per il Centro-Nord e un -7,95% per il Mezzogiorno. 

Stando alle previsioni, inoltre, nella fase di ripresa le grandi e medie imprese del Mezzogiorno faranno più fatica ad uscire dalla crisi. A differenza del Centro-Nord, il Sud sta vivendo lo shock in una fase già tendenzialmente recessiva, poiché ancora costretto a fare i conti con la precedente crisi, in uno scenario che lo vede ancora indietro di 15 punti rispetto ai livelli pre-crisi. 

Report SVIMEZ sull’impatto economico e sociale del Covid-19.