6 Aprile 2021

Unioncamere: nel 2020, innovazione per 4 imprese su 10 per contrastare gli effetti della crisi

Quattro imprese su 10 hanno innovato anche nel 2020 per contrastare gli effetti della pandemia, investendo su nuovi prodotti, formazione del personale, ICT e ricerca e sviluppo. A dirlo, un’indagine Unioncamere.

L’innovazione aziendale come chiave per contrastare gli effetti della pandemia. È questa la strategia imprenditoriale attuata da 4 aziende italiane su 10 nel 2020 per riuscire a reggere i pesanti contraccolpi della crisi.

È quanto emerge da un’indagine effettuata da Sicamera e InfoCamere su oltre 32mila imprese nell’ambito del progetto Sisprint (Sistema integrato di supporto alla progettazione degli interventi territoriali) condotto da Unioncamere e dall’Agenzia per la Coesione territoriale e finanziato dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.

Gli investimenti delle aziende che hanno scelto di innovare si sono indirizzari anzitutto verso nuove linee di produzione (o nella sostituzione delle stesse: 13,7%), nella formazione del personale (13,3%) e nell’acquisto di strumentazione informatica e delle telecomunicazioni (12%).

Il 7,8% delle imprese ha destinato risorse alla ricerca e allo sviluppo, il 7,1% ai mezzi di trasporto ed il 5,8% all’acquisto di nuovi immobili o al loro ampliamento.


Gli investimenti a livello regionale

A puntare sull’ICT sono state soprattutto le imprese di Bolzano, Lazio, Veneto, Liguria, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Sardegna, quelle che operano nei servizi di informazione e comunicazione (33,8%), le attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi di supporto (22%), l’istruzione, sanità e assistenza sociale (18,9%) e il commercio, trasporto e magazzinaggio (13,1%). La quota di investitori in ICT sale al crescere della dimensione di impresa.

Le quote più consistenti di imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo nel 2020 si trovano in Campania (9,2%), Lombardia (9%), Emilia Romagna (9%), Veneto (8,7%) e Piemonte (8,2%). Anche in questo caso sono i servizi di informazione e comunicazione (21,6%) a mostrare la quota più elevata di imprese che ha investito in R&S, seguiti dall’industria manifatturiera (14,1%) e dalle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi di supporto (12,8%). Come per l’ICT, al crescere della dimensione di impresa, cresce la quota di imprese che investe nell’area considerata.

Già nell’ultimo triennio, comunque il 19,1% delle imprese aveva puntato a rafforzare il commercio elettronico. Su questo filone, tra il 2018 e il 2020, avevano investito soprattutto le imprese di Campania (25,5%), Abruzzo (23,9%), Valle d’Aosta (23,2%), Lazio (22,5%) e Basilicata (22,2%), ed in particolare quelle del commercio, trasporti e magazzinaggio (27%) e dei servizi di alloggio e ristorazione (23,5%) e le imprese minori (fino a 9 addetti: 19,9%).

Fonte: Unioncamere