9 Agosto 2019

Bankitalia su imprese industriali e dei servizi: le vendite rallentano, ma la domanda di lavoro e gli investimenti sono in crescita

Nel 2018, le vendite di imprese industriali e dei servizi non finanziari sono rallentate, ma la domanda di lavoro e gli investimenti continuano a crescere. La produzione nel settore costruzioni cresce per la prima volta dopo un decennio di stallo, ma le prospettive per il 2019 non accennano a miglioramenti. Questi i dati emergenti da “Indagine sulle imprese industriali e servizi” condotta da Banca D’Italia.

Gli italiani stringono la cinghia, la domanda interna si indebolisce e l’ammontare delle vendite da parte delle imprese del Paese si riduce sensibilmente. Poco incoraggiante il quadro che emerge dall'”Indagine sulle imprese industriali e dei servizi” condotta, nel corso della scorsa primavera, da Banca D’Italia. Al centro del documento, le performance di vendita delle imprese industriali in senso stretto e dei servizi privati non finanziari con almeno 20 addetti.

Le osservazioni evidenziano che, nel 2018, tali attività sono state interessate da un drastico calo delle vendite: dal 2,3% registrato nel 2017, si è infatti passati ad uno 0,6% nel 2018. Un rallentamento che ha coinvolto non solo il mercato domestico, ma anche quello estero, soprattutto in merito alle imprese manifatturiere. Sembra che nessuno tra i settori industriali indagati sia stato risparmiato dal declino. A risentire in modo più intenso del rallentamento delle vendite, il comparto metalmeccanico (da 4,1 a 1,4%), esposto agli effetti opposti della nuova normativa sulle emissioni inquinanti.

Sulla base di quanto verificatosi lo scorso anno, rispetto alle previsioni per il 2019 le imprese si dimostrano caute: si prefigura un ritmo di crescita delle vendite ancora debole, sia per i mercati interni che per quelli esteri.

Nonostante la contrazione delle vendite, la domanda di lavoro ha continuato a crescere tanto da far registrare una ripresa dell’occupazione a tempo determinato. “Il numero totale di addetti è cresciuto, in media annua, a un ritmo superiore a quello dell’anno precedente (1,1 per cento, da 0,7 nel 2017) – scrive Banca d’Italia. Un andamento che si prefigura stabile e che per il 2019 prevede un’occupazione “nel complesso invariata, per effetto della lieve contrazione nelle imprese di maggiore dimensione e dell’aumento in quelle più piccole”.

Il rallentamento registratosi per le vendite, sembra aver toccato anche i prezzi.  “Nel 2018 la crescita media dei prezzi di vendita praticati dalle imprese è stata meno intensa rispetto al 2017 (1,4% da 1,7%) – si legge nell’Indagine – Tuttavia, tenendo conto del fatturato, la quota di imprese che hanno ridotto i propri prezzi è ulteriormente diminuita (dal 15 al 10 per cento) a fronte di un aumento di quella di chi li ha incrementati di almeno il 2 per cento (dal 35 al 38 per cento)”. Le previsioni per il 2019, vedono la dinamica dei prezzi indebolirsi ulteriormente. Il fenomeno toccherà soprattutto il comparto dei servi e della manifattura. “Circa il 50 per cento delle imprese, infatti, prevede di aumentare i prezzi di almeno un punto percentuale e circa un terzo di almeno 2 punti”. Alla base di una simile scelta, l’andamento della domanda complessiva, l’andamento del costo delle materie prime e le politiche di prezzo dei concorrenti.

Nonostante i dati poco incoraggianti, le imprese continuano ad investire, soprattutto se di medie dimensioni. Rispetto al 2017 (2,7%), l’attività di accumulazione è proseguita ad un ritmo sostanzialmente stabile (3,0%). La maggior parte della spesa si è concentrata sui beni materiali, in particolar modo immobili, macchinari e mezzi di trasporto. “L’accumulazione è stata positiva per le imprese di piccole dimensioni, a fronte della contrazione temuta a inizio anno – sottolinea Banca d’Italia nell’Indagine -; ha accelerato per le imprese di dimensioni medie (tra 50 e 499 addetti), sostanzialmente in linea con le loro attese; è rimasta invariata per quelle più grandi, disattendendo previsioni molto positive”. Per il futuro, ci si attende una spesa complessiva sui livelli del 2018.

In ripresa, la produzione nel settore delle costruzioni che cresce per la prima volta dal 2007. Dopo una lunga fase di contrazione, le imprese edili con almeno 10 addetti hanno ricominciato a crescere (2,2%). L’aumento della produzione ha riguardato soprattutto le imprese che operano nel comparto residenziale. All’andamento positivo dell’edilizia privata, si è però contrapposto un nuovo calo della produzione nel settore delle opere pubbliche da parte delle imprese con meno di 200 addetti.  Il settore delle costruzioni è stato inoltre interessato da una riduzione dell’occupazione, seppur ad un ritmo meno intenso rispetto al 2017 (da -3,7% a -2,5%). La diminuzione del numero medio di addetti ha interessato soprattutto le piccole e le grandi imprese, non toccando quelle di dimensioni medie (tra 50 e 499 addetti) in cui il numero di occupati è aumentato.  “La quota di imprese che hanno chiuso l’anno in utile è aumentata nel complesso – si legge nel documento – ma si è fortemente ridotta tra le imprese di maggiori dimensioni”. Positive le prospettive per il 2019: si prefigura un aumento dell’occupazione e della produzione, anche nel settore delle opere pubbliche.