10 Settembre 2021

OCSE: economia italiana in ripresa, le prospettive sono buone ma è necessario lavorare sulle riforme

L’economia italiana registra una ripresa costante dalla crisi COVID-19 grazie alla campagna di vaccinazione e al sostegno fiscale alle famiglie e alle imprese. È quanto emerge dal nuovo rapporto OCSE sulla situazione socio-economica del Paese, evidenziandone i punti critici e suggerendo delle raccomandazioni. Le prospettive risultano favorevoli, tanto da rappresentare una straordinaria opportunità per la creazione di posti di lavoro, elevare gli standard di vita e favorire una transizione più rapida a un’economia più verde e più digitalizzata. Per farlo, bisogna puntare sulle riforme.

La ripresa post-COVID offre all’Italia una straordinaria opportunità per affrontare gli ostacoli che da tempo si frappongono alla creazione di posti di lavoro e per elevare gli standard di vita. Lo si legge nel nuovo rapporto OCSE OCSE “Studio economico sull’Italia (settembre 2021), una fotografia sulla situazione socio-economico del Paese a seguito della crisi pandemica.

Prospettive di crescita positive

Le prospettive economiche dell’Italia appaiono favorevoli, ma le varianti del virus e l’andamento dei tassi di interesse a livello globale potrebbero mutare la positività del quadro. Per portare la crescita e l’occupazione a livelli superiori a quelli pre-pandemia occorre migliorare la composizione della spesa pubblica e delle tasse. Tali miglioramenti, combinati all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza possono favorire una transizione più rapida a un’economia più verde e più digitalizzata.

L’OCSE stima la crescita economica dell’Italia al 5,9% per l’anno in corso e al 4,1% per il 2022, a seguito di una diminuzione del PIL pari all’8,9% registrata nel 2020. Un secondo trimestre più forte del previsto spiega la revisione al rialzo delle previsioni di crescita pari al 4,4% per il 2021 contenute nelle Prospettive economiche dell’OCSE pubblicate nel maggio scorso.

Il sostegno fiscale è riuscito a mitigare in maniera efficace le perdite in termini di posti di lavoro e a preservare la capacità produttiva. L’aumento della spesa pubblica, anche a titolo dei fondi di Next Generation EU, sosterrà maggiori investimenti. Inoltre sarà accompagnato da un clima di maggiore fiducia e da un aumento della domanda.

Le raccomandazioni su spesa pubblica, politica fiscale e lavoro

OCSE sottolinea che per crescere è necessario puntare sulle riforme, e in particolare sul miglioramento della composizione della spesa pubblica e sulla politica fiscale. Attualmente, la spesa legata alle pensioni toglie spazio agli investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella formazione, penalizzando i giovani, molti dei quali sono disoccupati e a rischio di povertà.

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro rimane particolarmente basso per le donne, in particolare quelle con figli. Dallo Studio si evince la necessità di migliorare l’accesso ai servizi di assistenza all’infanzia e alla formazione per gli adulti in tutte le regioni.

Rispetto alla media OCSE, le imposte sul lavoro restano troppo elevate. Occorre attuare una riforma fiscale globale per ridurre la complessità del sistema e abbassare le imposte sul lavoro. Tale riforma dovrebbe essere finanziata attraverso un miglioramento della compliance, attraverso un maggior ricorso alla tecnologia e ai pagamenti con carta.

Potenziare il settore pubblico

Accrescere l’efficacia del settore pubblico italiano è oggi più che mai una necessità impellente. Secondo OCSE, la piena attuazione del PNRR contribuirà a colmare le carenze di competenze nel settore pubblico, a favorirne la digitalizzazione e a ridurre gli ostacoli normativi che non consentono ai dipendenti di conseguire i risultati attesi.

Bisogna rendere la PA più forte e snella puntando, in particolar modo, sulla riduzione del numero di norme esistenti, sulla disciplina del settore dei servizi e dell’economia verde e concentrandosi maggiormente sui risultati, in linea con le priorità di Governo.

Panorama economico sull’Italia

Fonte: OCSE